LEGO Space – Building the Future

Copertina LEGO SpacePochi giorni fa è uscito per i tipi della No Starch Press LEGO® Space – Building the Future, un lussuoso volume cartonato di 216 pagine di grandi dimensioni (23,5 x 28 cm). Era stato mantenuto un certo riserbo su cosa contenesse in dettaglio il libro, si sapeva solo che era una specie di storia illustrata della conquista dello spazio passata e futura.

Ed è esattamente così; partendo dallo Sputnik lanciato in orbita dai russi nel 1957 il libro passa velocemente dal programma Apollo, dalle sonde Voyager e da quelle di Marte (Curiosity) per andare poi a esplorare il nostro futuro partendo dalla costruzione di una base lunare e dall’esplorazione di Marte fino ad arrivare al viaggio interstellare e all’invasione aliena. E tutto questo passando dalle varie fasi del tema LEGO Space, partendo dal Classic Space fino ad arrivare a Futuron, Blacktron e persino, Ice Planet 2002 (pur non nominandoli mai, per ovvi motivi di copyright). Il tutto inserito nella storia futura umana. Un progetto davvero ambizioso.

Tutto il libro è concepito come un libro di storia (vera per le prime 10 pagine, fantascienza per il resto) illustrato con fantastiche MOC. La narrazione, pur restando principalmente nozionistica, alla comparsa degli alieni diventa anche abbastanza avvincente e ci si dimentica per un po’ che si sta leggendo un “libro di storia”.
Il racconto viene interrotto in più punti dalle schede tecniche di veicoli e robot (MOC) le cui funzionalità sono pensate e quindi descritte esattamente come se si trattasse di veicoli e robot reali.

Gli amanti delle istruzioni non resteranno delusi, ce ne sono dieci: Sputnik, LL-290 Transport Shuttle, VX-02 Drop Ship, M364 Turtle, HC Series, Viper Escort Variant, Computer Terminal, Federation Survey Robot e per finire forse la MOC più divertente: Keko (Federation Mechanoid).

LEGO Space - Pagine 78-79

Chi ha l’occhio particolarmente svelto avrà trovato alcune sigle delle astronavi elencate qui sopra familiari… Per esempio c’è la scheda di una “LL-497 Explorer” che viene presentata come “tributo dell’Explorer originale, creata da Jens Knudsen”. Essendoci sul libro solo MOC, l’originale non è presente, ma è chiaramente la classica 497 che tutti volevamo da piccoli (e che io mai ottenni, sigh). Il vero Jens Knudsen è il creatore del tema LEGO Space e designer di quel set (incidentalmente è anche il creatore anche delle minifig).

Pur essendo una celebrazione del passato il volume non è assolutamente “purista”. Tutte le creazioni, Classic Space e seguenti, non temono l’utilizzo di pezzi moderni (mantenendo la riconoscibilità mediante i colori) e le stesse (bellissime) “tute” Classic Space vengono modernizzate essendo indossate da personaggi con capelli, teste color carne ed espressioni facciali. Inoltre utilizzano visiere trasparenti sui (nuovi) caschi. Insomma, per farla breve, si parla di Neo Classic Space.

Nessuna idea va sprecata; per esempio, se si devono mostrare dei trasporti merci nello spazio, cosa può esserci di meglio di un container “Maersk Spaceland”? Inoltre il libro ha diverse strizzate d’occhio al mondo degli AFOL (Space). Per esempio a capo della “Tranquility Base” c’è la AFOL responsabile del sito Tranquility Base (un webcomic Classic Space).

Gli autori del volume sono Pete Reid e Tim Goddard e almeno il primo di questi nomi dovrebbe risultarvi familiare: Pete Reid è uno degli autori presenti sul “LEGO Adventure Book” dello scorso anno, dove lo vediamo presentare la fabbrica delle tartarughe robot presente anche qui. Un altro motivo per conoscerlo è perché la sua Exo-Suit è il progetto CUUSOO più recente ad aver passato la selezione e che verrà messo in produzione diventando un set reale il prossimo anno. (Fra l’altro, nel libro la Exo-Suit compare spesso e volentieri.) Infine, Reid è il “creatore” del filone Neo Classic Space citato sopra. Molte delle opere del libro si possono trovare nella sua pagina Flickr e su New Elementary c’è una lunga e interessantissima intervista con lui focalizzata soprattutto sui pezzi utilizzati nelle MOC del libro.

Per quanto riguarda invece l’altro autore, Tim Goddard, anche lui potrebbe esservi noto: è uno dei costruttori che compaiono nell’ormai già classico “LEGO Ideas Book”, dove era persino riuscito a infilare un paio di modelli Neo Classic Space! Potete trovarlo su Flickr.

Devo infine citare l’altissimo livello delle fotografie delle MOC sul volume. Una MOC può essere bellissima, ma se è fotografata male non renderà mai quanto potrebbe. Il volume per fortuna è graziato da fotografie bellissime che mettono in risalto le MOC e i dettagli delle scene illustrate in maniera strepitosa. Diamo a Cesare quel che è di Cesare e citiamo anche qui i responsabili: Ian Greig per le foto e Chris Salt per i layout.

LEGO Space - Pagine 192-193

I capitoli:

  • Capitolo 1: The Space Age
  • Capitolo 2: The Federation
  • Capitolo 3: Ships of the Federation
  • Capitolo 4: Inhospitable Climate Engineers
  • Capitolo 5: New Frontiers
  • Capitolo 6: Realm of Shadows
  • Capitolo 7: Army of Darkness
  • Capitolo 8: Star Justice
  • Capitolo 9: Infiltration
  • Capitolo 10: Across the Universe

C’è anche un trailer video del volume:

Riassumendo, a chi può piacere questo libro? Ai fan Classic Space, ai fan LEGO Space, ai fan dei mecha, ai lettori di fantascienza, agli appassionati dell’esplorazione spaziale e, in generale, un po’ a tutti gli AFOL.

Il libro è naturalmente in inglese, ma non lasciate che la cosa vi fermi se l’inglese è un problema, questo è uno di quei casi in cui vale la pena anche solo guardare le figure (anche se leggerlo è meglio).

Acquistatelo su Amazon.it (c’è anche per Kindle, ma non rende, non è un romanzo!), IBS, Amazon.co.uk, Amazon.com, The Book Depository o direttamente dall’editore No Starch Press (cartonato + pdf).

5 stelle su 5!

2 thoughts on “LEGO Space – Building the Future

  • 14 Novembre 2013 a 08:21
    Permalink

    L’ho comprato addirittura in pre-order su Amazon: già dalle preview si capiva che non sarebbe potuto manncare nella nostra biblioteca 🙂

    Grazie a Lax per i riferimenti esterni (l’intervista, le gallerie di Flickr etc.), un interessante “completamento” per il libro stesso 🙂

  • Pingback: Blocks #1 - ItLUG - Italian LEGO® Users Group

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