MOC: TEE – Rheingold

Un po’ di storia.

Il Rheingold Express è stato uno dei più famosi treni di lusso europei. In servizio tra il 1928 e il 1987, prendeva il nome dall’omonima opera di Wagner (“L’oro del Reno”) e collegava la Svizzera con l’Olanda passando per la Germania.

Gestito da Mitropa e DR (Deutsche Reichsbahn), è esistito in tre livree: la prima (1928) con carrozze di color viola e crema, la seconda (1962) con carrozze totalmente nuove in tonalità blu e avorio e la terza (1965) con le stesse carrozze ma in livrea TEE (rosso e crema). In questa serie era trainato dalla locomotiva del gruppo 03 (poi rinominata 103).

In mattoncini

La LEGO nel 1980 ha introdotto il set 7740, versione in mattoncini dell’ultima serie del Rheingold, ovvero quella in livrea TEE rosso e crema. La locomotiva, per via del motore 12V a tre assi era persino fedele all’originale nel rodiggio a due carrelli da tre assi ciascuno; tuttavia a causa dei pochi tipi di pezzi disponibili all’epoca la realizzazione LEGO risultava un po’ squadrata rispetto alla forma arrotondata dell’originale.

L’intero treno era realizzato nei due colori LEGO più simili alla livrea originale, ovvero il giallo e il rosso, dato che all’epoca tan e dark red non esistevano (nei set LEGO in vendita al pubblico, perlomeno). Nonostante queste semplificazioni, all’epoca molti di noi hanno fortemente desiderato (e quasi mai ottenuto…) questo set.

La versione di helos

intero

Il nostro membro helos (Stefano Masetti) ci ha già presentato mesi addietro la sua realizzazione della locomotiva di questo treno in standard 7-wide (ovvero il modello è largo 7 studs), la gruppo 103 delle ferrovie federali tedesche (DB), anticipandoci che avrebbe completato il treno nei mesi successivi.

Come promesso, Stefano ha completato il convoglio con i suoi vagoni e ce lo presenta in questa intervista.

carrozza

Ciao Stefano, ci eravamo già visti in occasione della presentazione della locomotiva di questo treno; nel frattempo lo hai completato come ci avevi promesso e devo dire che il risultato ci lascia tutti piacevolmente a bocca aperta. Ci puoi descrivere un po’ la realizzazione di queste carrozze?

Sono 5 carrozze tutte diverse tra loro, nonostante lo stesso schema di colore. Spiccano quella ristorante con il pantografo e la panoramica.
Costruite in larghezza 7-wide, la lunghezza è di 48 stud e 50 per la panoramica. Qui ho trovato la difficoltà maggiore per riprodurre il caratteristico belvedere (dome) con l’obiettivo di inserirci i viaggiatori e gli arredi visibili. Per il resto la costruzione è intuitiva senza particolari difficoltà oltre la base dispari. Ho fatto alcune prove nella ricerca delle proporzioni per un risultato credibile, ma, comunque, ho dovuto accettare un compromesso. Non mi soddisfa la copertura delle carrozze con gli slopes curved 3×1, ma non sono neppure convinto che i brick arch 1×3×2 curved siano più appropriati. Ho abbandonato l’idea di utilizzare le costosissime e rare finestre da treno 1×4×3 tTan, quelle dell’Emerald.
Sono infine arredate con doppie file di sedili in “velluto” (ABS) blu o rosso.

Una delle carrozze aperte, per mostrarne i dettagli interni.

Una delle carrozze aperte, per mostrarne i dettagli interni.

Quindi queste carrozze sono larghe 7 studs: i pezzi LEGO sono quasi tutti modulati su dimensioni pari, dunque in che maniera realizzi la base, ovvero il telaio?

È una struttura di plates, ma è il modello finito che crea la solidità della costruzione. Un doppio o triplo sandwich di plates difficilmente può creare un telaio sufficientemente rigido: in queste carrozze è più l’orditura del tetto a fare da elemento di irrigidimento.
La locomotiva ha un telaio realizzato con una struttura di brackets e plates in modo da supportare tiles decorativi sui fianchi e rovesciati sul fondo per permettere lo scorrimento dei carrelli.

Ecco il telaio “nudo” che mostra la costruzione in larghezza dispari.

Ecco il telaio “nudo” che mostra la costruzione in larghezza dispari.

La lunghezza generosa ti avrà dato sicuramente dei problemi in curva: come li hai risolti?

Occorrono almeno due motori per muovere tutto il peso e vincere gli attriti. Un terzo motore in spinta in fondo al treno sarebbe l’ideale.
Avendo utilizzato per la costruzione dei carrelli il supporto standard, bisogna verificare bene lo scorrimento di tutte le ruote comprimendole per simulare il peso. Un lieve miglioramento l’ho ottenuto passando sui tiles dei carrelli dove appoggia la carrozza uno straccio spruzzato con spray per cruscotti auto.

I carrelli del TEE (in basso a sinistra) e del Railjet OBB dove sono utilizzate le ruote per treni del 1° tipo supportate da pin technic: con questa soluzione la scorrevolezza dei carrelli aumenta considerevolmente.

I carrelli del TEE (in basso a sinistra) e del Railjet OBB dove sono utilizzate le ruote per treni del 1° tipo supportate da pin technic: con questa soluzione la scorrevolezza dei carrelli aumenta considerevolmente.

I tuoi treni sembrano essere abbastanza pesanti: la loro mole ti genera qualche problema “tecnico”? (usura delle ruote, i ganci che non tengono, il motore non tira a sufficienza etc…)

I treni pesanti e/o lunghi mettono sotto sforzo la motorizzazione e spesso, appunto, i magneti non tengono. I ganci sono quelli standard di tipo nuovo (91968) integrati con 2 tiles per bloccarli tra loro. Al Wien LKF, dopo pochi giri, nel TEE ha ceduto un accoppiamento. L’improvvisa diminuzione di sforzo ha provocato l’accelerazione della locomotiva e conseguente volo dal tavolo: motrice e primo vagone fracassati al suolo.
Per ottenere tutta la potenza possibile dai motori alimentati in contemporanea, ho potenziato alcuni regolatori LEGO 9V e costruito dei regolatori di tensione per arrivare fino a 15V, naturalmente utilizzando trasformatori più potenti.

Hai già esposto questo convoglio a Vienna: quando potremo ammirarlo dal vero qui in Italia?

Sicuramente ci sono tre appuntamenti nell’immediato ai quali non mancherò. L’8 e 9 febbraio sarò a Reggio Emilia: il calendario ItLUG 2014 comincia con un grande evento nazionale proprio nella mia città dove sono coinvolto in prima linea nell’organizzazione. Ci è stata concessa a sorpresa una location d’eccezione e ce la metteremo tutta per organizzare un’esposizione adeguata, grazie sopratutto ai tanti afol che già hanno dato la loro adesione.
Poi sarò a Ferrara il 22/23 febbraio. Un evento più contenuto, sostenuto prevalentemente dai soci della zona.
L’8 e 9 marzo sarò al Model Expo di Verona, importante salone internazionale del modellismo dove, nel marzo di quest’anno, hanno debuttato i LEGO grazie al gruppo locale CLV.
Notevole l’apprezzamento dei visitatori e della Direzione della Fiera. Cercheremo di proporre una mostra ancor più bella visto che ci saranno molti più espositori.
Ci sono altri appuntamenti in calendario dove andrei volentieri a trascorrere un bel week-end in ottima compagnia, ma al momento non posso fare programmi.

Hai già costruito tanti treni ma nessuna stazione… È una cosa che ti riproponi di fare oppure gli edifici non ti interessano?

Mi interessano molto. Ne ho cominciati almeno una decina e un paio erano arrivati a buon punto. A parte il fatto di impiegarci troppo tempo, attraverso sempre una fase di autocritica e conseguente demolizione per essere ancora lontano dal (buon) livello medio degli altri AFOL italiani. Work in progress.

Parliamo adesso delle tue realizzazioni in generale: la LEGO ultimamente sta spesso modificando gli stampi dei pezzi e da un anno all’altro anche leggermente le tonalità dei colori: quando tu costruisci badi a questi dettagli o “mischi tutto”?

Dal mio punto di vista non li definisco dettagli. Non sono però in grado di dare una dimensione al fenomeno per contestualizzarlo correttamente e ho una vaga idea delle logiche commerciali e tecniche da cui potrebbe uscire una spiegazione. La qualità più assoluta possibile è uno dei requisiti dei nostri tempi dove si crea la differenza tra un prodotto e un altro. Sono a contatto con industrie di eccellenza dove parte delle risorse sono investite per ottimizzare la qualità. Sul lato pratico, una creazione per esempio a base di dark red di varie tonalità e con dei singoli pezzi addirittura marezzati, è un aspetto positivo per un palazzo ma un disastro per la riproduzione di un treno moderno. Un vagone retrò invece ci guadagna con una bel mix di vari reddish brown.
Mentre in testa ti girano parole come inaccettabile, inaudito, anacronistico e altre più genuine, divido i pezzi di varia provenienza per tonalità sperando di non ottenerne più di due, raddrizzo i plates imbananati, raggruppo i pezzi curvi in base al diverso stampo d’origine, ruoto i plates 1×1 finchè sono il meno scalinato possibile quando usati impilati. Ci si adegua.

Per finire, quali consigli daresti agli appassionati che vogliano cimentarsi nella realizzazione di treni? Ovvero, come partire, in che dimensione costruire (larghi 6, 7, 8 etc…) e infine, consigli di realizzare treni di “fantasia” oppure riprodurre treni esistenti al vero?

Come regola generale ritengo che ognuno deve seguire il proprio istinto facendo quel che più lo soddisfa, sia per scelta dei soggetti, sia per dimensioni.
Il City LEGO inteso come modulari, mezzi, accessori, treni ecc. ha un suo standard. Se si vuole riferirsi a questo occorre non discostarsi troppo per quanto riguarda le dimensioni. Io generalmente costruisco treni larghi 7 in quanto ancora proponibili accostati a quelli regolari larghi 6. Il dispari ha vantaggi perchè permette più dettaglio, maggior flessibilità con le tecniche SNOT, lascia più spazio per gli interni, c’è maggior proporzione con altezza e lunghezza. Per contro aumentano le difficoltà costruttive, la necessità di pezzi a palate quali jumper e plates/bricks/tiles 3×, aumenta il numero totale dei pezzi e il peso. Ho sperimentato varie volte l’8-wide. È improponibile con il 6, i modelli risultano ancor più sproporzionati sulle curve e pesano (e costano) di più per le quantità ragguardevoli di pezzi occorrenti.
Si complicano tutti i problemi di motorizzazione, accoppiamenti e masse in gioco. È comunque uno standard diffusissimo e ritenuto normale, specialmente negli States. Inoltre, ad esempio, le vaporiere con pretese di dettaglio sono pressoché impossibili con il 6-wide e con tanti auguri nel 7-wide. Nelle locomotive a vapore si vedono infatti molti ibridi. Questo per introdurre il concetto che la larghezza non è una barriera fissa: il 10016 è una cisterna 8-wide su base 6-wide. Non bisogna ingabbiare la fantasia, ossessionare la creatività. Quest’hobby per me è quello che per altri può essere una vasca idromassaggio calda e piena di bolle. Io ho ricominciato con i LEGO costruendo i set originali, poi ho iniziato a creare MOCs anche prendendo serenamente spunti e idee dagli altri. Ho sviluppato delle soluzioni personali ma talvolta copio di sana pianta come si faceva a scuola da chi era più bravo :-))) Il mondo LEGO è pieno di gente geniale.

Potete trovare ulteriori foto qui su YouBrick.

LEGO Club: Iron Man’s Laboratory


Da oggi per tutti gli appassionati e amanti di Iron Man c’è la possibilità di ampliare la propria collezione di Set LEGO dedicati all’eroe della Marvel Comics. LEGO CLUB infatti a messo a disposizione delle istruzioni ufficiali per creare una vera e propria MOC, ovvero il “Laboratorio di Tony Stark”. Per completare la MOC sarà necessario avere a disposizione gli sticker del Set #76007 Malibu Mansion Attack ma soprattutto avere anche tutti i Minifig di Iron Man(!). Pronti per il download? buona costruzione!

Download: Istruzioni “Iron Man’s Laboratory”

Locomotiva BR 103

Dopo qualche settimana di pausa riprendiamo la nostra rubrica dedicata alle migliori MOC degli AFOL di ItLUG. Beh, che dire, riprendiamo anche con il botto! ma soprattutto con una esclusiva, infatti Helos (all’anagrafe Stefano Masetti di Reggio Emilia) artista dei treni ci presenta la sua ultima MOC…


Ciao Helos! sbaglio o questa è un’anteprima nazionale? cosa ci presenti?
Ho cercato di riprodurre la ben nota locomotiva serie 103 delle ferrovie tedesche DB. Entrata in servizio verso la fine degli anni sessanta, con caratteristiche tecniche d’eccellenza, prestazioni da record, design sviluppato sulla base degli studi di aerodinamica per gli aerei e livrea futuristica per lo standard dell’epoca, la 103 è rimasta per anni lo stato dell’arte della meccanica ferroviaria. Questa macchina è nata dall’esigenza di rinnovamento del parco locomotive elettriche DB dopo la seconda generazione per consentire il traino di convogli pesanti a velocità di oltre 150 km/h fino a 200, laddove la linea avesse le caratteristiche da poterlo permettere. Con una potenza di oltre 7700 kW la 103 è tuttora una delle unità motrici più potenti mai costruite. Tutte le macchine per trasporti, siano esse navi, treni, aerei, automobili, hanno una storia da raccontare per un processo di progetto, produzione e evoluzione che ha interessato il lavoro di migliaia di persone anche per decenni. Alcune, come questa, diventano simboli della capacità produttiva di una nazione. Ormai non più in servizio, ne rimane un discreto numero di esemplari alcuni dei quali mantenuti alla perfezione per ricorrenze ed esibizioni, molto diverso da quanto avviene da noi. Un simbolo ferroviario italiano come ad esempio l’Etr 300, meglio conosciuto come Settebello, gioiello della tecnica anni ’50, all’avanguardia e rimasto a lungo riferimento, è diventato simbolo di rottamazione di ferrivecchi.


Come mai hai deciso di riprodurre questa locomotiva?
Quasi superfluo ricordare quanta suggestione ha scatenato fra gli appassionati di ferrovie e modellisti generando innumerevoli riproduzioni modello in ogni scala. Nel 1980 esce il celebre 7740 12V LEGO innegabilmente ispirato al Trans Europe Express trainato dalla 103. Qui la locomotiva è appena abbozzata secondo lo stile costruttivo LEGO del periodo e i pezzi esistenti. Ma questo lo diciamo oggi! Allora, invece, era il sogno proibito di ogni bambino appassionato di LEGO: il memorabile Train 12V era un sistema ricco di accessori ed automazioni. Inossidabile la posizione del 7740 tra i set più preziosi del Train theme. Il suo fascino ispira continuamente e non si contano le moc dedicate anche perché cresce la disponibilità di pezzi tan e dark red, i colori giusti. Appaiono inoltre gli slope cuved 4×1, prima “single” poi double, di cui intuisco l’utilità per avviare finalmente la mia interpretazione LEGO della 103. Devo ammettere di aver esaminato con attenzione le altre riproduzioni condivise in rete dagli amici “trenisti” per catturare idee e spunti. Non mi convinceva però l’uso diffuso dei brick arch 1x3x2 curved top per il frontale fino all’apparizione dei citati slopes e comunque, ancora, non sono soddisfatto dalla soluzione per il parabrezza.


Come l’hai progettata? hai utilizzato Software (MLcad, LDD) oppure fantasie e carta e penna?
I miei progetti si concretizzano istintivamente in una realizzazione diretta del modello guidata solo dalla foto dell’originale come riferimento per le proporzioni e i dettagli. Un vincolo restrittivo del train è la larghezza. Mi attengo generalmente ai 7studs, veramente pochi per dettagliare. Quindi tra spazi costretti e approssimazione intrinseca della componentistica LEGO, talvolta come riferimento uso solo la memoria perché è quella che cattura la forma o il dettaglio che ti fa riconoscere una cosa o distinguerla da un’altra. Spesso dispongo già dei pezzi specifici che definiscono le linee del modello perché in fase di acquisto presso un negozio BL cerco di ottimizzare la spedizione inserendo tutti i pezzi disponibili da quel venditore per la realizzazione corrente, le realizzazioni parallele e altre di cui comincio ad abbozzare l’idea: ne risulta però una accozzaglia di decine di modelli costruiti a vari stadi di avanzamento e “scheletri” che giacciono incompiuti. Non ho istruzioni di montaggio. Ho provato qualche anno fa a installare MLcad generando le istruzioni per il muso di una locomotiva ma il mio tempo libero è molto limitato e discontinuo: MLcad richiede applicazione, pratica costante, aggiornamento. Ho quindi abbandonato (al tempo non c’erano inserite neanche le ruote BBB). Inoltre, secondo quanto suggerisce un procedimento logico generale, mi sarei eventualmente dovuto abituare a progettare prima e costruire poi, esattamente a rovescio di come faccio ora! Poi, ad esempio, ricorro frequentemente a parti incernierate su hinge o clip per poterle calettare tra loro e non so come si comporta MLcad con pezzi in posizioni angolate o agganciati per il bordo: nella 103 gli slopes 4×1 del frontale sono montati su hinge con una apertura di circa 86° mentre i brick with grilles superiori delle fiancate sono montati rovesciati su tile 4×2 incernierati a tile 1×1 modified with clip. Spesso, durante la fase di sperimentazione, assemblo delle soluzioni che non mi servono allo scopo del momento ma creano la base di partenza di un altro progetto. Navigando tra i mattoncini nel web mi capitano i deja-vusnot, ovvero tecniche costruttive servite pronte e fotografate tipo una ricetta di cucina, ma che pure tu hai più o meno sviluppato in ore di prove e soqquadro del banco di lavoro.


Tra progettazione e costruzione quanto tempo hai dedicato alla realizzazione?
Ho stimato un totale di circa 60 ore compreso ricerca e ordine dei pezzi, in un arco di tempo di 4 mesi. Non so bene perché ma gli ordini mi portano via un sacco di tempo!

I pezzi che hai utilizzato, li hai recuperati comprando set e facendo sorting o acquistando su Bricklink?
Compro pochissimi set e raramente ho fatto un acquisto per fare poi il sorting, anche perché ho investito molto per mettere insieme una buona dotazione di binari e motori 9V. C’è stato recentemente il periodo delle macchinine LEGO in omaggio alla Shell: mi sono dato da fare per accaparrarmi il maggior numero di set del camioncino Ferrari perché era l’unico che conteneva lo slope rosso curved 4×1 double e di fatto l’unico modo per averlo. Purtroppo il modello che ne è conseguito è al momento sospeso mentre gli slopes rossi disponibili a q.li. I miei pezzi vengono prevalentemente da BL.

Parliamo della tua passione, da quanto hai ripreso a giocare con la LEGO? Quale Set ha sancito la fine della tua DarkAge?
Ormai sono una decina di anni. Ho ricominciato quasi per scherzo: mi hanno sorpreso in mezzo agli scaffali LEGO del Toys a guardare i trenini ben sapendo che non dovevo fare regali di quel tipo. Quel Natale mi hanno regalato un 4561. Grave errore che ha sancito di fatto il ritorno ai LEGO. C’era stato invero un precedente quando mia figlia vinse un set 6414 Dolphin Point Paradisia. Fu ripetutamente oggetto di rimaneggiamenti costruttivi da parte del papi per stimolare il lato creativo della ragazza. Disponevo inoltre di una scatola di pezzi vari che avevo messo da parte non riuscendo “stranamente” a gettarla tra i rifiuti con altri giocattoli e cianfrusaglie dopo una operazione di sgombero di una soffitta.

Come hai conosciuto ItLUG? Il tuo primo evento (visitatore e espositore)?
Con il web ho progressivamente aumentato esperienza e conoscenza. Ho scoperto BL iscrivendomi nel 2004. All’inizio seguivo i forum su Lugnet , poi ho scoperto Itlug, da cui ricavavo informazioni più utili poiché condivise da altri italiani. Sono rimasto a lungo visitors anonimo: mi frenava innanzi tutto la mia età, la mia discontinuità ed il fatto di avere una ignoranza profonda dei prodotti LEGO, quindi di non poter interloquire efficacemente con gli iscritti che riscontravo esperti e, detto sinceramente, avevo l’impressione fossero una cerchia di amici un po’ impermeabile agli sconosciuti. Ho fatto una fugace visita a Ballabio 2010 e partecipato come prima esposizione a Lecco 2011.

Hai consigli da dare a ItLUG?
Credo non servano consigli: il forum ha molta partecipazione e le cose si aggiustano con il confronto. Occorre solo buona volontà e moderazione. Non solo è in continua crescita il numero di soci di Itlug, ma cresce pure la reputazione. Le esposizioni agli eventi migliorano costantemente e conseguentemente aumenta la popolarità e la capacità di coinvolgere pubblico, tenendo presente la difficile situazione generale. Penso di rilevare una evoluzione positiva nel nuovo sito e nel forum, un atteggiamento diverso specialmente per i nuovi iscritti. Ci sono state defezioni e cambiamenti, ma questo è fisiologico e comunque fa emergere chi ha veramente il desiderio e la capacità di stare in gruppo, chi ha l’elasticità di non pretendere le cose fatte a sua misura. Apprezzo il fatto che ci sono persone che si fanno in quattro per l’Associazione e spesso mi chiedo come fanno, di quante ore è composta la loro giornata. Naturalmente tutto è perfezionabile e, come il LEGO dimostra, per concretizzare bisogna scegliere e fare.

Chiudendo la nostra intervista, anticipazione sulla tua prossima MOC?
Sicuramente il completamento del convoglio TEE o Rheingold trainato dalla 103, poi un RAe 4/8 1021 Churchill-Pfeil svizzero, poi….

Italians do it better

ItLUG Italians Do It Better

 

Con grande orgoglio oggi andiamo a intervistare i nostri vincitori: ebbene si, Priovit70 (Luigi) e Sdrnet (Sandro) si sono aggiudicati rispettivamente il primo e il secondo posto al Contest indetto da eurobricks.com “Expand the Winter Village Contest III”.

 

[one_half content_align=”left”]priovit70Luigi Priori (in arte Priovit70), AFOL Cremonese di 42anni, ha vinto il Contest indetto da eurobick.com presentando la sua MOC “Winter Village Mountain Lodge” ottenendo ben 146 punti!.
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[one_half_last content_align=”left”]sdrnetSandro Damiano (in arte sdrnet), AFOL Torinese (San Germano Chisone) di 38anni, si è classificato con 103 punti al secondo posto presentando la sua MOC intitolata “Winter Village Winter Town Hall“.[/one_half_last]

Allora, dai, raccontaci il tuo stupore quando hai visto pian piano maturare il risultato del contest?!
[one_half content_align=”left”]E’ stato veramente incredibile! All’inizio, anche un po’ per scaramanzia, avevo deciso di mantenere un certo distacco e di non interessarmi ai voti che ricevevo. Poi quando ho visto che in parecchi mi votavano non ho resistito all’impulso di crearmi una tabella con i nomi di tutti i partecipanti e segnare di volta in volta tutti i voti… un lavoraccio!! E quando mi sono accorto che il distacco cresceva sempre di più, beh, non credevo ai miei occhi! Ma ho voluto rimanere coi piedi per terra ed aspettare ad esultare solo alla proclamazione ufficiale dei vincitori.[/one_half]

[one_half_last content_align=”left”]Ero molto felice di vedere che giorno dopo giorno il contest si stava chiudendo e le votazioni continuavano a fioccare sulla moc mia e di Luigi! E’ difficile credere che in un concorso possiamo dire “quasi internazionale” riescano a vincere due italiani senza aver nessun tipo di favoritismi (qui in Italia siamo abituati a questo tipo di trattamento). Questo significa che alle volte bisogna anche un pochino crederci alle cose che uno fa e mettersi di impegno![/one_half_last]

Pensavi di poter arrivare sul podio quando hai presentato la tua MOC?
[one_half content_align=”left”]Più che altro ci speravo. L’anno scorso avevo presentato, sempre al concorso “Expand the Winter Village”, la sede delle guide alpine e mi sembrava che la baita di quest’anno fosse decisamente su un altro livello, ma, d’altra parte, sapevo anche che la qualità generale delle creazioni presentate sarebbe aumentata. Poi c’è da dire che ho presentato la mia MOC a circa tre settimane dalla chiusura del concorso ed avevo come l’impressione che i pezzi forti sarebbero saltati fuori solo negli ultimi giorni. Quindi ero molto speranzoso, ma nel contempo anche un po’ preoccupato.[/one_half]
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Devo dire la verità un po’ ci ho sperato fin dall’inizio… ho costruito la moc per me e il mio diorama ma ho cercato di farla con l’obbiettivo di arrivare tra i primi 3 posti. La mia non è presunzione ma sapevo che se avessi fatto una bella moc avrei avuto buone speranze di raggiungere il risultato e così è stato!.
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Ok, ora puoi essere sincero, dopo aver visto gli altri concorrenti, che hai pensato?
[one_half content_align=”left”]Quando alla fine ho visto tutte le altre creazioni ho pensato che avevo buone chance di arrivare sul podio. In realtà poi non si può mai dire perché, ovviamente, sono illazioni basate sul mio gusto personale, sicuramente diverso dal gusto di chi vota. Ed alla fine era proprio questo ciò che mi preoccupava di più: aver realizzato una MOC di sicuro valore, ma forse un po’ troppo particolare, essendomi pesantemente ispirato allo stile alpino italiano, un po’ diverso dallo stile che caratterizza i set ufficiali del Winter Village. E questo mi impensieriva non poco, perché, oggettivamente, non sapevo come poteva venire giudicato al momento del voto.[/one_half]

[one_half_last content_align=”left”]Nel primo mese di presentazioni delle altre moc (dicembre 2012) ero tra i favoriti sia come impressioni, che commenti e visite quindi ho pensato subito di essere partito col piede giusto. Però non ho gioito troppo perché dagli anni passati sapevo che le moc belle, quelle degli autori più famosi, dovevano ancora uscire e poi aspettavo di vedere cosa aveva fatto il mio amico Luigi!.[/one_half_last]

Escludendo la vostre creazioni, chi avresti portato sul podio?
[one_half content_align=”left”]Secondo me in ogni creazione che è stata presentata c’era almeno un dettaglio degno di nota e da cui prendere spunto per ulteriori elaborazioni. Detto questo, escludendo il Winter Town Hall dell’amico sdrnet (grazie al quale ho scoperto le gioie del Winter Village), meritatamente arrivato secondo, le creazioni che, dal mio punto di vista, erano le più meritevoli, erano, in ordine assolutamente casuale: Winter Village Cafè: per gli interni (la macchina del caffè è veramente geniale) e i dettagli in generale, tra cui la rastrelliera per gli sci. Winter Village Jewelry Store: molto bella l’architettura dell’edificio e la scelta dei colori, incredibile il laboratorio al primo piano con la cassaforte, ed assolutamente originale il ragazzo che fa la proposta di matrimonio alla ragazza. Winter Village Log Cabin: ho ammirato la tecnica utilizzata per ricreare le pareti di tronchi ed anche l’interno è molto dettagliato; la pelle dell’orso, poi, è veramente la ciliegina sulla torta!.[/one_half]

[one_half_last content_align=”left”]Quello che ha raggiunto il terzo posto è una moc carina che avrei portato sul podio così come quella del quinto posto. La moc del quarto posto ha alcune tecniche interessanti ma nel complesso non mi piace molto.[/one_half_last]

Hai sognato, dopo questa vittoria, che la tua MOC diventi spunto per un Set ufficiale?
[one_half content_align=”left”]Credo che il desiderio di qualsiasi AFOL sia quello di vedere una propria MOC diventare un set ufficiale, e quindi anche per me sarebbe veramente la realizzazione di un sogno. Potrei anche decidere di metterla su Cuusoo, ma non credo che abbia le potenzialità necessarie; vedendo le creazioni che hanno superato i 10.000 sostenitori, sono troppo particolari, e soprattutto accattivanti, rispetto alla mia. In realtà, quindi, molto più concretamente, mi accontenterei di vedere un dettaglio della mia baita riprodotto in uno dei prossimi set del Winter Village.[/one_half]

[one_half_last content_align=”left”]Devo dire che mi piacerebbe moltissimo. A dicembre molte persone mi hanno scritto che se fosse un set ufficiale lo comprerebbero. Tutto sommato è in linea con gli altri set Lego Winter, sia come dimensioni che come numero di pezzi, quindi si mi piacerebbe provarci. Magari la pubblicherò su CUUSOO e vediamo cosa succede.[/one_half_last]

Beh, che dire ragazzi! continuate così: portate alto il tricolore Italiano! E non si sa mai che un giorno qualcuno lassù, in quel di Billund…

Winter Village Mountain Lodge

Oggi andiamo a intervistare Luigi Priori (in arte Priovit70), AFOL Cremonese di 42anni, oltre a far parte di ItLUG, Priovit fa parte della nutrito e ambizioso gruppo di Cremona Bricks.

[image path=”http://itlug.org/images/best_of_moc/priovit70_2013_mountainlodge_006.jpg” width=”200″ height =”150″ alt=”” title=”” align=”alignleft” frame=”yes” link=”http://itlug.org/images/best_of_moc/priovit70_2013_mountainlodge_006.jpg”]

Ci presenti in poche parole la tua MOC?
È una baita ristrutturata su tre piani situata su una collinetta innevata. Qui vivono un montanaro con la moglie, con tutto quello che serve loro: hanno delle arnie per la produzione di miele, una capretta per il latte, una cantina per le scorte alimentari e non ed anche per la stagionatura del formaggio e lo stoccaggio del miele che producono. Il tutto è realizzato su un baseplate 32×32 più un baseplate 16×32; in questo modo è possibile aprire la MOC per vedere l’arredamento interno. La baita è in pietra viva all’esterno (che ho cercato di ricreare con le diverse tonalità di grigio, anche ripescando vecchi tiles della mia giovinezza) e quasi completamente rivestita di legno all’interno. L’altro elemento caratterizzante, secondo me, è rappresentato dalle finestre; ognuna ha le tende in perfetto stile alpino e persiane dotate di fermi. Altri dettagli che mi piacciono molto sono, sul davanti della casa, la classica panca di montagna ricavata tagliando a metà un tronco, che ho realizzato con dei brick 2×2 rotondi con stud on top capovolti, (dettaglio che alla fine non risulta molto visibile a dir la verità), e, sul retro, le travi che escono dalla parete proprio sopra la finestra del piano terra, segno che qualcuno aveva iniziato con l’intenzione di costruire un balcone, ma poi non ha ottenuto il permesso. Al piano terra nella parte anteriore c’è una cucina dotata di tutti gli elettrodomestici con un tavolo e due sedie ed un caminetto su cui campeggia un classico trofeo di pesca. Nella parte posteriore ci sono un divano con un tavolino ed un tappeto e appeso alla parete un immancabile orologio a cucù, e poi le scale che conducono al primo piano con i ritratti degli antenati. Il primo piano è completamente dedicato alla zona notte, con due letti, un comodino con la lampada ad olio, varie cassettiere ed un armadio. La cantina, a cui si accede solo dall’esterno con delle scale poste sulla destra della baita, l’ho immaginata in pietra e con delle arcate che hanno anche la funzione di sorreggere la parte superiore dell’edificio che tra l’altro si può staccare e diventare “indipendente”. Questo è un espediente che ho studiato per poter partecipare al concorso “Expand the Winter Village” indetto dal sito EuroBricks concorso che pone un limite alle dimensioni delle creazioni da presentare. Ovviamente l’intera baita comprensiva di collinetta sarebbe stata troppo grossa, ma in questo modo, con lo stesso sistema di tiles alternati a plates 1×1 utilizzati negli edifici modulari dei set ufficiali, ho potuto staccare facilmente la parte anteriore dell’edificio; è stato decisamente più complicato staccare l’ingresso con le beole rotonde e ricreare una piccola zona innevata con dei wedge plates che avevo in casa.
I puristi forse storceranno un po’ il naso per la presenza di alcuni elementi non lego: le corna di cervo appese sulla parete laterale (sempre in stile alpino), la tagliola e l’illuminazione a led, alimentati da apposito portabatterie nascosto nella collinetta.

[image path=”http://itlug.org/images/best_of_moc/priovit70_2013_mountainlodge_007.jpg” width=”200″ height =”150″ alt=”” title=”” align=”alignright” frame=”yes” link=”http://itlug.org/images/best_of_moc/priovit70_2013_mountainlodge_007.jpg”]Come è nata l’idea di costruire questa MOC?
L’idea mi è nata durante una escursione con le ciaspole a febbraio dell’anno scorso in Val Ferret; percorrendo il fondovalle si passa in mezzo ad una serie di case in pietra e legno una più bella dell’altra. Una di queste mi ha colpito particolarmente e già nel tornare a casa avevo iniziato a pensare a come poterla realizzare coi mattoncini.

Come l’hai progettata? hai utilizzato Software (MLcad, LDD) oppure fantasie e carta e penna?
Per tutte le mie creazioni parto con LDD, per avere un’idea di massima del risultato finale ed ovviamente per capire quanti e quali pezzi mi serviranno. In questo caso in particolare ho alternato fasi di progettazione con LDD a prove pratiche dirette con i mattoncini per capire se alcune soluzioni che avevo in mente erano effettivamente percorribili e soprattutto stabili, cosa che non si riesce assolutamente a valutare utilizzando LDD. Alla fine sono dovuto scendere a parecchi compromessi rispetto all’idea originale, tanto che è risultata completamente diversa rispetto a quella casa che mi aveva colpito così tanto, ma nel complesso mi posso dire soddisfatto.
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Tra progettazione e costruzione quanto tempo hai dedicato alla realizzazione?
La prima versione del modello studiato con LDD risale a marzo dell’anno scorso; ne sono seguite almeno altre cinque, nel giro di un mese e mezzo. Dopodiché, essendo abbastanza soddisfatto del progetto, ho iniziato a costruire nel mio (veramente poco) tempo libero e ho finito agli inizi di dicembre, giusto in tempo per il concorso “Expand the Winter Village”. La cosa più complicata è stata sicuramente la realizzazione della collinetta SNOT, perché teoricamente con LDD sembrava tutto facile, in realtà durante la costruzione continuava a crollare e quindi tutte le volte dovevo necessariamente rinforzarla.

[image path=”http://itlug.org/images/best_of_moc/priovit70_2013_mountainlodge_009.jpg” width=”200″ height =”150″ alt=”” title=”” align=”alignleft” frame=”yes” link=”http://itlug.org/images/best_of_moc/priovit70_2013_mountainlodge_008.jpg”]I pezzi che hai utilizzato, li hai recuperati comprando set e facendo sorting o acquistando su Bricklink?
Raramente acquisto set per fare sorting. Di solito acquisto solo i set che mi interessano per utilizzarli così come sono o per modificarli. I pezzi che mi servono per le mie MOC li acquisto quasi esclusivamente su Bricklink.

Parliamo della tua passione, da quanto hai ripreso a giocare con la LEGO?
Ho ripreso da circa tre anni, prima semplicemente acquistando set ufficiali, poi dopo circa un anno ho scoperto LDD e da allora mi sono dedicato alla creazione di MOC.

Quale Set ha sancito la fine della tua DarkAge?
Sicuramente il set 10199, il mitico Winter Village Toy Shop del 2009. Essendo un amante della neve non potevo credere ai miei occhi quando ho saputo dell’uscita di questo set. E con l’uscita, l’anno dopo, del 10216, WInter Village Bakery, ho iniziato a fare progetti su come poter unire i due set e ho veramente ricominciato a costruire “seriamente”. Faccio parte, insieme ad altri AFOLs cremonesi, dei soci fondatori del gruppo Cremona Bricks, che ha organizzato nel 2012 la prima esposizione a Cremona, che è nata quasi come scommessa e ha poi ottenuto un successo persino inaspettato. Quest’anno il Cremona Bricks è diventato evento ufficiale ItLUG.

[image path=”http://itlug.org/images/best_of_moc/priovit70_2013_mountainlodge_010.jpg” width=”200″ height =”150″ alt=”” title=”” align=”alignleft” frame=”yes” link=”http://itlug.org/images/best_of_moc/priovit70_2013_mountainlodge_010.jpg”]Come hai conosciuto ItLUG? Il tuo primo evento (visitatore e espositore)?
Devo confessare che ignoravo completamente l’esistenza di qualsiasi Lego User group, e ItLUG l’ho conosciuto per puro caso durante una ricerca su internet. Ho iniziato a leggere il forum da “esterno” e dopo circa un’anno mi sono iscritto. Il mio primo evento (contemporaneamente da espositore e visitatore) è stato Ballabio 2012, dove ho esposto il mio Winter Village modulare e ho avuto il piacere di conoscere di persona alcuni membri del forum, il Presidente e l’Ambassador.

Hai consigli da dare a ItLUG?
Sinceramente no, non mi sento di dare nessun consiglio. Sono soddisfatto di essere socio di ItLUG e, da come la vivo io, principalmente seguendo il forum più o meno attivamente, mi sembra che risponda perfettamente a quelle che sono le mie aspettative.

Chiudendo la nostra intervista, anticipazione sulla tua prossima MOC?
Ovviamente continuerò con il tema Winter Village, a costo di sembrare un po’ (troppo) monotono. Di edifici in quel villaggio ne mancano veramente tanti, c’è solo l’imbarazzo della scelta…credo che mi dedicherò in qualche modo alla salute delle mie minifig!