Visita alla LEGO® House

Questo post è un po’ in ritardo (c’è stato Borgoricco di mezzo e Lecco si sta avvicinando!)

Due settimane fa, come abbiamo già raccontato, eravamo alla LEGO® House per la “posa” delle opere di Cristiano Grassi nella Masterpiece Gallery. Prima di metterci all’opera però, Stuart Harris (Senior Experience Designer della LEGO House) e Jan Beyer ci hanno fatto fare un breve tour della casa che, ricordiamo, aprirà ufficialmente il 28 settembre (dopo alcune pre-aperture ad agosto e a settembre).

Avevo già avuto modo di visitare gli interni della LEGO House due volte, in passato: lo scorso settembre dopo il Fan Weekend di Skærbæk (era ancora tutto in costruzione ed eravamo potuti entrare solo nella piazza interna al piano terra) e a marzo di quest’anno, in occasione della conferenza stampa LEGO annuale, tenuta proprio all’interno della LEGO House (la costruzione era finita, ma tutte le stanze erano vuote e l’Albero della Creatività era “a pezzi” sul pavimento della piazza).

Oggi invece l’edificio è praticamente finito, tutte le zone si stanno popolando con i contenuti finali e alcune sono già quasi pronte.

Innanzitutto va detto che l’edificio è veramente enorme. Può sembrare più piccolo se lo si guarda da fuori da troppo vicino, ma è solo perché non si ha una visione d’insieme. Se ci si allontana un po’ e lo si osserva nel contesto del paese, le dimensioni sono davvero notevoli. Si tratta anche dell’edificio più alto di Billund (paese non propriamente noto per i suoi grattacieli). Al momento, all’esterno, i lavori sono concentrati sulla deviazione del torrente che scorrerà di fronte alla casa. I piani iniziali erano di farlo scorrere all’interno, ma sono stati in seguito modificati per ovvi motivi.

Ole, Kjeld e Godtfred.

Entrando nella casa da uno qualsiasi dei suoi ingressi si giunge nella Ole Kirks Plads, la piazza coperta dedicata al fondatore Ole Kirk Kristiansen che farà parte delle zone aperte gratuitamente al pubblico. Ora è naturalmente fa da base e deposito per tutto il materiale che deve essere ancora posizionato nella casa, ma si possono già notare ai suoi angoli il LEGO Store (scaffali ancora vuoti, ma grosse statue e bassorilievi LEGO già posizionati al di sopra di questi) e gli spazi dei tre ristoranti (uno dei quali presentato qualche giorno fa in questo video live di Facebook).

La scala centrale gira attorno al fantastico Albero della creatività, sul cui tronco si possono trovare riferimenti alla storia LEGO (i nome di Ole, Godtfred, Kjeld e Thomas o la sagoma della papera di legno) e sulle cui foglie sono posati set da temi storici come Classic Space, Town o Castle.

Albero della creatività

La stanza più alta di tutte, la cosiddetta Keystone a forma di mattoncino 2×4, contiene la Masterpiece Gallery. Lungo le pareti delle bellissime vetrine conterranno le opere di 17 AFOL provenienti da tutto il mondo (per ora c’è solo Cristiano!) mentre nei tre “tubi” centrali (è pur sempre un mattoncino 2×4) invece ci sono al momento i tre dinosauri: DUPLO, System e Technic. Due di questi sono stati issati lì dalla piazza sottostante proprio mentre eravamo presenti (senza la testa però!). Sono davvero fantastici, non sono le “solite” statue LEGO costruite con normali mattoncini, qui si sono davvero dati da fare e hanno sfruttato al massimo le potenzialità di ogni genere di pezzo!

Scendendo al piano inferiore ci si trova nella stanza del World Explorer… una stanza con alcuni diorami in scala minifig (hanno avuto una consulenza AFOL). Parte di questi diorami è incollata, ma buona parte non lo è perché nel tempo dovrà essere modificato ed evolvere. Una particolarità (che non riguarda solo il World Explorer, ma tutto l’edificio): quando qualcosa finisce con l’essere posizionato al di sotto della Keystone (quindi nella parte centrale dell’edificio), questo diventa DUPLO… anche se sta in un diorama! Stuart ci ha indicato decine di scenette che hanno luogo nel diorama, ma in realtà ce ne sono molte di più e credo che noi AFOL potremmo tranquillamente passare qualche ora anche solo in questa sala.

Le altre zone erano ancora in allestimento, ma non posso fare a meno di citare la zona in cui i visitatori potranno creare il loro video; la zona in cui si dovrebbero poter costruire tutte le minifig (tranne quelle con licenza); la zona in cui si costruiscono dei piccoli edifici microscale per popolare una città; la zona di costruzione libera (con le grosse cascate LEGO e DUPLO); la zona in cui si potrà creare il proprio pesce LEGO che verrà poi inserito in un acquario virtuale… e chissà quante altre cose non abbiamo visto o mi sto dimenticando.

Non dimentico però di certo la mia zona preferita! Scendendo dalle scale laterali (le cui pareti passano dai mattoni bianchi dei piani alti, a quelli colorati dei piani “medi”, a quelli neri del fondo) si giunge nel piano interrato… nella History Collection! All’ingresso si potrà trovare una vetrina nel pavimento (in allestimento quando abbiamo visitato) in cui verranno posizionati degli stampi storici, dopodiché si entra e si può fare un giro completo di storia LEGO attorno alla stanza centrale, posizionata esattamente al di sotto della Keystone e anche in questo caso un mattoncino 2×4. In questa stanza centrale nelle vetrine laterali si possono già vedere, sia in scatola, sia montati, moltissimi dei set più importanti della storia LEGO. Nei tre tubi centrali invece ci sono speciali esposizioni (ora c’erano i treni, per esempio e dei set Technic). Ci saranno anche dei monitor dove richiamare l’intero database storico dei set LEGO. Sono certo che in futuro passerò ore qui dentro, anche se temo che purtroppo, essendo un piano interrato, non si possa stare per più di 20 minuti alla volta per motivi di sicurezza!
All’esterno della stanza le pareti sono piene di cimeli, foto e informazioni relative alla storia LEGO (se siete mai stati nella LEGO Idea House sapete di cosa sto parlando e se non ci siete mai stati… be’, è praticamente un museo!) E c’è pure ItLUG!

Un’altra cosa molto interessante è il braccialetto elettronico che verrà dato a tutti i visitatori e dove verranno memorizzate tutte le creazioni e tutte le informazioni che il visitatore deciderà di aggiungerci e che potrà poi trovare direttamente nel suo account, senza quindi dover stare a preoccuparsi di dover recuperare una chiavetta o farsi stampare foto o questo tipico genere di cose “antiche”.

Insomma, la LEGO House promette di essere veramente un’esperienza fondamentale per ogni AFOL e personalmente non vedo l’ora di tornarci!

Potete trovare la galleria completa delle immagini sul nostro account Flickr.

ItLUG @ Billund 2015

Ingresso della fabbrica.

Ingresso della fabbrica.


Circa tre mesi fa LEGO® ha annunciato la nascita di un nuovo programma di visite a Billund: ogni anno sei fortunati LUG riconosciuti avrebbero avuto l’opportunità di inviare fino a 40 persone in visita a Billund, la città danese dove è nata e ha tuttora sede la LEGO®. Dopo una breve consultazione interna ho contattato Kim E. Thomsen (il referente LEGO® dei LUG europei) per chiedere se fossimo ancora in tempo a partecipare come ItLUG. Non ci speravo molto, visto che i LUG riconosciuti al mondo sono più di duecento, ma provare non costava nulla. La sorpresa è quindi stata grande quando Kim mi ha comunicato che eravamo stati accettati! Velocemente è stata selezionata la data del primo giugno (comoda per noi italiani per il ponte del due) e abbiamo iniziato a organizzare.

Un altro colpo di “fortuna” è stata la presenza di voli Ryanair Orio al Serio – Billund comodi ed economici con partenza sabato 30 maggio e con rientro martedì 2 giugno; più di metà dei partecipanti ne ha approfittato, magari anche acquistando, al rientro, l’esclusivo set dell’aeroporto di Billund in vendita solo all’interno dell’aeroporto stesso, dopo i gate.

Arriva il 30 maggio e chi in aereo, chi in auto, si parte. In auto le ore di viaggio sono circa 12/15 (a seconda del luogo di partenza) ed è quindi un viaggio fattibile in giornata. Buona parte di noi alloggia allo Zleep Hotel dell’aeroporto, economico e comodo per raggiungere le varie tappe della visita.

Il 31 maggio abbiamo la giornata libera a Billund… e quindi facciamo l’unica cosa che si può fare a Billund, andiamo a LEGOLAND®. Approfittando del biglietto di gruppo (minimo 20 persone, costo circa 35 EUR) per il quale ringrazio “Totti” per la pratica gestione monetaria, alle 10 entriamo. Non ero mai stato a LEGOLAND® Billund e devo dire che mi è piaciuto molto più di quanto mi aspettassi. L’attrazione principale è senza dubbio Miniland, davvero enorme; ci vogliono ore per visitarla per bene (purtroppo il cavo difettoso del caricabatterie ha fatto in modo che ne abbia potuto fotografare solo metà…). Alcune costruzioni sono ancora quelle create da Dagny Holm negli anni 60! Altri highlights della giornata: la Haunted House, la statua di Toro Seduto di Bjorn Richter del 1974 (!) e la riproduzione in scala 1:1 dell’X-Wing che era stata presentata a New York due anni fa. Ultimo, ma non meno importante, il negozio LEGO® più grande che io abbia mai visto, peccato che i prezzi danesi siano più alti dei nostri e quindi non convenga fare acquisti. C’è comunque anche una piccola sezione di vendita di sfuso (a 10 EUR all’etto).

Il giorno più importante della visita però è ovviamente il primo giugno! Appuntamento al negozio dei dipendenti alle 08:30. Ci attende Kim che ci accompagnerà durante la giornata. Quello che accade nel negozio dipendenti rimane nel negozio dipendenti, ma diciamo che tutti sono stati ben più che soddisfatti dei loro acquisti. Così alle 9:30 ci siamo avviati verso la LEGO Idea House, il museo privato (non aperto al pubblico) situato all’interno di parti della casa di Ole Kirk, della vecchia fabbrica del 1942 e della “System House” del 1958. All’interno del museo Kim ci chiede se siamo interessati a fare una tappa, divisi in gruppi di 6/7 persone, nel mitico “Vault”, l'”archivio” di tutti (o quasi) i set prodotti dagli anni 60 a oggi. Ovviamente rispondiamo in coro di sì e a turno scendiamo nella stanza, dove Kim ci mostra i set MISB della nostra infanzia. È una visita un po’ di corsa (in un’ora e mezza dobbiamo riuscire a passarci tutti, non è certo possibile soffermarsi a guardare ogni singolo set!), ma anche una sorpresa estremamente gradita! Gli anni più interessanti sono i primi, fino ad arrivare agli anni 80 (questione generazionale, naturalmente!) Castello Giallo, la 928, Classic Space, i treni, i vari temi LEGOLAND di allora… una meraviglia!

Intanto nel museo parte la visita guidata da parte della preparatissima guida delle LEGO Idea House; ci illustra il processo che ha portato dai primi giocattoli in legno alla plastica dei primi “Automatic Binding Bricks” del 1949 e infine ai brick veri e propri con i tubi nella parte inferiore che ancora usiamo oggi. E da lì l’arrivo delle minifig negli anni 70 che hanno portato sostanzialmente allo stato attuale. Siamo inoltre liberi di girare come vogliamo per i locali del museo le cui pareti sono adornate da immagini d’epoca e anche da set storici esposti. Ringrazio BRICK-REX per aver fatto da interprete per chi non capiva l’inglese!

Arriva l’ora di pranzo e ci rechiamo tutti con Kim al Restaurant Billund, dove ci vengono consegnate in regalo delle minifig della LEGO Idea House e chi vuole può comprarsi il set della LEGO® House (che vendono tutti i negozi del centro).

Per il pomeriggio rimane “solo” la visita alla fabbrica che, per motivi di sicurezza, viene divisa in due gruppi. Io sono nel secondo gruppo, ma ovviamente il contenuto della visita è lo stesso. Nell’ora di attesa facciamo un ennesimo giro in centro, controllando lo stato dei lavori della LEGO® House (inaugurazione prevista per il 2017) e dando ancora un’occhiata da fuori alla Ole Kirk House, alle vetrine della LEGO Idea House, alla vecchia fabbrica del 1942 e alla via Ole Kirk, creata alla fine degli anni 40 in una zona dietro la fabbrica che Ole Kirk aveva comprato per dare ai suoi dipendenti la possibilità di costruirsi casa.

Arrivato il nostro turno in fabbrica indossiamo la mantellina fluorescente, ci dotiamo di auricolare e seguiamo le norme di sicurezza che Kim ci illustra a inizio visita; ovviamente stiamo andando in una fabbrica dove la gente sta lavorando per cui né dobbiamo disturbare, né dobbiamo metterci in situazioni di pericolo. Nella fabbrica lavorano 800 persone e buona parte del lavoro è automatizzato, vediamo infatti diversi “robot” passare a raccogliere i pezzi che escono dagli stampi per portarli poi nell’enorme magazzino gestito in maniera interamente automatica. Kim è un’ottima guida e ci illustra i vari aspetti della produzione. Questa fabbrica (Kornmarken, costruita nel 1987) attualmente è dedicata esclusivamente alla creazione dei pezzi e non c’è più l’assemblaggio dei set (che avviene, se ho capito bene, nella fabbrica di Kladno nella Repubblica Ceca) quindi il nostro viaggio termina proprio nell’enorme magazzino automatizzato.

Finita anche questa visita tutto si conclude, facciamo una foto di gruppo (chi è rimasto) con Kim e purtroppo ci avviamo verso casa.

Foto di gruppo davanti alla fabbrica

Foto di gruppo davanti alla fabbrica (grazie a gatto1974 per la foto).

Foto di gruppo davanti alla fabbrica

Foto del primo gruppo (grazie a Binoretor per la foto!)

Desidero ringraziare tutti quanti, da LEGO® e Kim a tutti i partecipanti. Tutto è andato liscio come l’olio e questo grazie soprattutto a tutti voi! È stata un’esperienza davvero incredibile e non smetteremo mai di ringraziare LEGO® per l’opportunità avuta. Chissà, magari tra qualche anno si potrà ripetere!

Su Facebook e su Flickr tutte le altre foto della visita.

Chiudo con due video realizzati dall’ambassador americano Michael Bradford qualche mese fa, uno nella LEGO Idea House e uno nella fabbrica (quel giorno, caso eccezionale, era concesso fare foto e video anche nella fabbrica).

Exit the Dark Age (Una storia AFOL)

Quasi tutti gli AFOL passano un periodo di Dark Age, è capitato in parte anche a me.
Ma cos’è la Dark Age? Come e perché ci si entra? E come e perché se ne esce?

Esaminiamo innanzitutto il termine: era oscura per i non anglofoni. Si riferisce al periodo in cui un AFOL smette di giocare con i mattoncini. Può avvenire in qualsiasi momento, in genere inizia tra i 14 e i 16 anni, e può perdurare sino a qualsiasi età. Per molti accade tra i 24 e i 30 anni, ma non c’è una vera e propria età di riferimento, semplicemente si potrebbe affermare che non è mai troppo tardi.

Diorama City - ItLug Latina 2011

Diorama City – ItLug Latina 2011

L’oscurità ci abbraccia

Si entra in Dark age in tarda adolescenza, probabilmente perché si vede LEGO® come un giocattolo ed a quella età si hanno altre passioni e si tende a prendere distanza dai giochi. Tutti i mattoncini vengono messi in cantine o soffitte nella migliore delle ipotesi, passati a fratelli minori in quella intermedia, o regalati a cugini distanti in quella peggiore. Ci sono casi casastrofici addirittura in cui i mattoncini vengono letteralmente buttati nel cassonetto, in altri invece vengono venduti a rapaci AFOL affamati. Questa situazione che sul momento viene vissuta neutralmente diventa un vero e proprio dramma in futuro. Molti AFOL tentano disperatamente di ricomprare tutti i set che avevano in infanzia, spesso investendo capitali, e ricominciano la scalata.

 

Diorama City - ItLug Latina 2011

Diorama Space – ItLug Latina 2011

Ho visto la luce. Del Power Functions

Si esce dalla Dark Age e si ritorna a giocare con LEGO® in età più o meno adulta (da qui la A di AFOL) per motivi che vanno dal più classico al più inusuale, la cosa particolare è che per tutti è un processo che segue strade diverse ma porta nella stessa destinazione. La causa più comune di “uscita dal tunnel” sembra comunque essere il ritrovo dei propri mattoncini di infanzia. Chi li tira giù da uno scaffale, chi li ritrova inscatolati in soffitta, il futuro AFOL osserva con melanconica soddisfazione i suoi giochi infantili. Prende un libretto di istruzioni, si mette a cercare tra i pezzi e rimonta il suo set preferito d’infanzia. Lo osserva. Gli piace. Lo riporta indietro.

Perché questo è, torniamo indietro con i ricordi a tempi che hanno per noi il sapore di quando tutto era nuovo, fantastico, giocoso, da scoprire. Lo vediamo con occhi adulti che però non ci vietano la possibilità di sentirci, almeno in parte, come allora. Ed è così, l’AFOL ricomincia un lento e faticoso percorso di risalita. La china per molti è ripida, ma poi si esce dal buco e si scopre una cosa magica che da bambini, in qualche modo, ignoravamo. La comunità.

 

Diorama Castle - ItLug Latina 2011

Diorama Castle – ItLug Latina 2011

Una comunità poco comune

Timidamente l’AFOL uscito dalla dark age si affaccia al mondo di internet, che quando era bambino non esisteva, e scopre la comunità online degli appassionati come lui. Vede tutto quello che si è perso, scopre set che lo appassionano, li compra, ricompra i set che da bambino non si era potuto permettere, o si è perso, o ancora semplicemente ne vuole un altro. I cataloghi degli anni passati gli mettono nostalgia, i poster degli anni andati sono da incorniciare. Comunica con altri AFOL e diventa un nodo di quella rete che chiunque stia leggendo quest’articolo almeno in parte ha imparato a conoscere.

 

 

 

Una storia AFOL

Anche se in parte minore, anche io ho vissuto una Dark Age. Verso i 18 anni ho iniziato gradualmente a comprare meno LEGO®, terminando gli acquisti nei negozi e facendo aste sporadiche su ebay delle cose che ancora mi potevano piacere. Ricordo di aver acquistato, a 20 anni, tutta la prima wave (traduzione letterale, onda – indica una serie di set a tema comune usciti nello stesso periodo) di Star Wars, perché stentavo a credere ai miei occhi. Poi però, piano piano, silenzio, fino a che, inaspettatamente, a 29 anni ho ricevuto in regalo il 7094 (il castello di Fantasy Era).

LEGO Castle 7094 Belegering van het koningskasteelNon mi aspettavo minimamente un regalo del genere e sono rimasto sorpreso. La mia prima reazione è stata dentro di me “Stupendo! Ma… davvero?”. Non sapevo se la mia vita adulta si poteva legare nuovamente ai mattoncini che avevo progressivamente abbandonato con gli anni. Mi sono divertito moltissimo a montarlo e mi sono scatenato nuovamente su ebay e bricklink, comprando pezzi e omini in continuazione, volevo creare un gioco di ruolo LEGO®. Finché poi, facendo questi acquisti, non ho conosciuto, era inevitabile, quelli che sono stati poi i miei compagni di avventura negli anni successivi. Sono andato come visitatore a ItLUG Latina 2011 (le foto illustrano alcuni scatti che feci apputno alla mostra) e come espositore a ItLUG Latina 2012. Si parla di solo 3 anni fa, ma a me sembra davvero una vita. La comunità mi ha arricchito, dato possibilità, dato momenti di gioco e crescita che pensavo davvero impossibili superati i 30 anni. Ma va bene così.

Ognuno ha una storia AFOL da raccontare su come è entrato, come è uscito, come ha vissuto la sua Dark Age.

Tutti abbiamo però un percorso comune che ci ha portati qui.
A costruire, a fantasticare, a creare.
La Dark Age è finita. Benvenuti in Golden Age.

Enter the Black Seas – Una storia AFOL

Tutti gli AFOL hanno una (o più) storie da raccontare. Quella che vi racconto oggi è datata 1989.
Avevo molti set LEGO, i miei genitori mi avevano viziato. Possedevo una piccola città in miniatura, come ad alcuni di voi sarà capitato.  Ma quel giorno di marzo 1989 io e i miei fratelli eravamo tutti e tre ammalati. Non eravamo andati a scuola, nessuno dei tre, e mia madre in una trasmissione televisiva vide un reportage sul primo grande galeone prodotto da LEGO, il Black Seas Barracuda (in Italia, Squalo Nero, tradotto liberamente dal catalogo Australiano dove compariva come Dark Shark). Vide i nostri occhi ipnotizzati mentre seguivamo la trasmissione e fece qualcosa che non ho mai dimenticato. Chiamò il nostro giocattolaio di fiducia e se lo fece portare a casa. Pagando una piccola fortuna, 170.000 lire, me lo ricordo ancora oggi.

Lego_PiratesCome ricordo che non sono riuscito a montarlo in una giornata. Io e mio fratello Kenny (Edwin, il più piccolo, aveva 4 anni e non era ancora passato da DUPLO a LEGO System) familiarizzavamo con i nuovi pezzi… e poi comunque per due bambini di 10 e 7 anni era una sfida non indifferente.
Quel giorno ha segnato la mia storia da AFOL. Ho impiegato qualcosa come 10 ore per montarlo, ogni “fase” delle istruzioni non ti diceva quali pezzi aggiungere. Il set non era diviso in bustine numerate. Era più difficile, ma per me voleva dire solo una cosa: serviva più ingegno. Piano piano la nave cresceva e con essa la mia soddisfazione. Da quel giorno, collezionai ogni singolo set dei pirati, compresi quelli piccoli, e così è stato fin quando non li hanno interrotti, con mio grande dispiacere. Ma ormai avevo pure 15 anni e stavo entrando nella mia Dark Age e quindi soffrii la cosa meno del previsto.

Ma non mi dimentico l’emozione. Le prime facce che non si limitavano ad avere solo il classico sorriso. Omini con la barba! Con la benda sull’occhio, la gamba di legno… e al posto della mano, un uncino. Che però agganciava, come la mano vera e propria.Pirates-1990-2

Un sacco di tempo a capire come si poteva (non si poteva!) mettere il pappagallo sulla spalla di Redbeard. Ore e ore a sognare i set che vedevo sul catalogo, fin quando poi non li avevi.
Tipo la Eldorado Fortress (in Italia, Fort Sabre) o il Caribbean Clipper (in Italia, Falco dei Mari). E poi ancora gli indigeni (Oropacos), chiedersi perché avevano cambiato colori ai gendarmi (bluecoates, redcoates), inventare che alcuni erano francesi ed altri spagnoli. Usare i nomi letti nel catalogo per identificare le minifures (il Governatore Boria, il suo primo ufficiale De Martinez), fare un piccolo esercito di pirati e gendarmi.

Pirates-1990Era facile, disponevi tutti i set dei pirati da una parte della camera, tutti i set dei gendarmi dall’altra, e poi facevi salire i pirati sulle navi e li facevi salpare! Per salvare un compagno in prigione, o semplicemente per sgraffignare il bottino del Governatore. Ahrrr!

Questi avvenimenti sono ancora fortemente presenti nella mia memoria e le immagini che vedete qui postate ancora mi rievocano i sogni che facevo da bambino. La curiosità, l’immaginazione, la scoperta… so che ogni bambino si sente così ed è quello che voglio evocare in loro quando faccio le mie MOC.

A Marzo/Aprile uscirà la nuova serie dei pirati e benché non mi facciano viaggiare nel tempo come la prima serie… li prenderò.

Sarò di nuovo pronto a salpare. E non sarò il solo.
Per i Sette Mari!

LEGO Minitalia

[Riceviamo dall’amico Nicola Raimondi e volentieri pubblichiamo per far chiarezza sulla confusione che da sempre regna su questo “tema” LEGO®.]

Scatole Minitalia.

Scatole Minitalia.

Il 1970 segnò l’inizio di un periodo particolarmente innovativo per la produzione del LEGO Group. In quell’anno furono poste in vendita – con un proprio logo – le prime confezioni della serie Legoland e della tematica Minitalia.

Entrambe le novità, seppure per motivi diversi, furono “eccezionali”: le prime per il costo esiguo rispetto alle altre confezioni (non supplementari) e le seconde perché ebbero un mercato estremamente ridotto, tanto da essere sconosciute al di fuori dell’Italia (unica nazione in cui furono poste in vendita) fino a pochi anni fa.

Scatole Legoland.

Scatole Legoland.

Tali scelte furono ovviamente dettate da volontà commerciali, ma se per la serie “Legoland” se ne intuisce la motivazione (spingere all’acquisto anche il bambino con i propri – pochi – soldi ottenuti con “le mancette”) è meno evidente quella che portò alla nascita del tema “Minitalia”. In questi anni si sono rincorse voci secondo cui questa produzione sarebbe servita per aggirare un fantomatico boicottaggio da parte del governo italiano sulla vendita di giocattoli prodotti all’estero, ma non c’è alcuna evidenza di questa iniziativa, né sembra credibile riuscire a impiantare una produzione dal nulla nei tempi e modi richiesti… dall’emergenza! Oltre a non esserci traccia di qualsivoglia intervento legislativo/normativo sulle importazioni di giocattoli in quegli anni, non esiste pure alcuna evidente discontinuità nell’impegno della LEGO® in Italia: per esempio, la successione dei cataloghi non presenta alcun “buco” che possa essere interpretato come un temporaneo abbandono del mercato italiano.

Comunque, questa ipotesi penso che possa definitivamente essere messa da parte dopo che anche Gary Istok ha riconosciuto sulla pagina Facebook relativa alla sua guida LEGO® non ufficiale che non esistono dati oggettivi per avvalorarla.

Un’altra particolarità di queste serie fu l’introduzione di molti nuovi elementi: in “Legoland” il mattoncino con le doppie ruote piccole (601-2, 620-2, 621-2), il gancio per il carro attrezzi (601-2), la scaletta estensibile (620-2), la giunzione per rimorchi (622-2, 623-2), le basi per gli autoarticolati (621-2), il radiatore (600-1, 601-2, 602-2, 620-2, 621-2, 623-2) e in “Minitalia” la porta apribile, due modelli di finestre, gli archi, le persiane, le tegole a 33° ed i tetti in cartone.

Personalmente, ho sempre creduto che la LEGO® avesse scelto l’Italia come banco di prova per valutare sia l’accoglienza di queste novità (escludendo gli archi, gli altri elementi architettonici erano molto simili a quelli già presenti nelle costruzioni “nazionali” Plastic City) sia la bontà di altre soluzioni “progettuali” volte anche alla riduzione dei costi.

Non si deve, infatti, dimenticare che utilizzarono un diverso tipo di plastica (rivelatosi troppo scadente e abbandonato) e vari elementi di unione, prima la “X” per poi tornare alla “O”, ma con un taglio centrale (orientato pure in maniera diversa da quello poi adottato temporaneamente nei mattoncini “tradizionali”). In questo contesto di “economizzazione” credo che si possa far rientrare anche l’adozione del “bottone” cavo al posto di quello pieno.

La limitata diffusione e l’assenza di date nei pieghevoli delle varie scatole della prima serie “Minitalia” ha provocato, come conseguenza, la perdita di informazioni certe relativamente ai vari periodi di commercializzazione. Anche in questo caso si sono succedute ipotesi basate solo su speculazioni che, senza cercare ulteriori riscontri, nascevano dal presupposto che i mattoncini “Minitalia” fossero una sorta di clone e, quindi, necessariamente successivi a quelli già esistenti.

Questo presupposto credo che abbia influenzato anche il curatore della pagina dedicata a “Minitalia” e che ha avuto il merito – per primo? – di far conoscere, anche all’estero, l’elenco di tutte le scatole commercializzate. Solo così si può spiegare come, per tanto tempo, si è considerato il 1972 come anno di inizio della loro commercializzaione: infatti, fu il 1971 il primo anno di utilizzo delle ‘tegole a 33°’, per esempio, nelle confezioni regolari, ma ancora oggi siti come Brickset o la guida LEGO© Collector riportano il 1971 come anno introduttivo del tema “Minitalia”.

Ricordo esattamente quando e perché acquistai la mia prima confezione Minitalia nel 1970, ma una “memoria di bambino” non poteva certo essere accettata come prova definitiva, così, sollecitato anche da Russell Callender (recentemente nominato “Inventory Admin” del sito BrickLink), con cui ho successivamente collaborato per approfondire lo studio, ho ricercato tra le pubblicità dell’epoca trovando, come più remota, quella nel Topolino n. 754 del .

Pubblicità Minitalia su Topolino n. 754.

Pubblicità Minitalia su Topolino n. 754.

Questa prima scoperta ci ha ulteriormente stimolati nel proseguire, così, dopo aver fissato con certezza l’anno di nascita delle casette abbiamo utilizzato lo stesso criterio anche per risalire a quelli dei veicoli e delle navi e, complessivamente, individuarne i periodi della loro commercializzazione.

Quindi, integrando le pubblicità nelle varie riviste del periodo con le informazioni presenti nei pieghevoli “Minitalia” della prima serie, che presentavano diversi elementi distintivi (sebbene nei prezzi fosse assente il riferimento all’anno), siamo riusciti a ricostruire una linea temporale sufficientemente definita dell’intera produzione:

  • 1970 – 1° semestre 1973: scatole 1/4 (edifici);
  • 1971 – 1° semestre 1973; scatole 21/24 (automezzi);
  • 1972 – 1° semestre 1973: scatola 5 (edifici);
  • 1° semestre 1973 – 1976: scatole 30/32 (navi);
  • 2° semestre 1973 – 1976: scatole 11/17