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Quanto spazio sprecato...


GianCann

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È un argomento che abbiamo già trattato in passato: quanto spazio inutile occupano le scatole LEGO?

Durante la preparazione dei set da dare il prestito ai soci ItLUG, ho potuto verificare che circa più della metà del contenitore di un set come il 70840 o il 70620, sia "pieno" di sola aria 😞

Ho aperto tutti i sacchetti e il contenuto di ognuno l'ho riversato in una ziplock, ottizzandone la chiusura/spazio interno:

IMG_20190519_170301.jpg

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Ho poi reinserito il contenuto nella scatola, e questo è il risultato:

Tutto il contenuto della scatola: notare lo spazio inutilizzato!

IMG_20190519_160717.jpg

L'altezza interna della scatola: 57 cm

IMG_20190519_160740.jpg

Lo spazio effettivamente occupato: 24 cm

IMG_20190519_160757.jpg

Ora, io capisco che l'imbustamento automatico dei pezzi non permette (forse) una così oculata ottimizzazione dello spazio all'interno delle buste, ma ritengo che, almeno su certe scatole, qualcosa di più (20-25%, sul 50%) si possa ottenere.

Sappiamo bene che uno dei fattori che riguardano l'impatto ambientale è quello dei contenitori. Sia dal punto di vista del materiale (produzione / riciclo / distruzione), sia dal punto di vista del trasporto. Se le scatole fossero più piccole del 25%, con lo stesso trasporto potrebbe essere spostato il 25% di materiale in più...

Per non parlare dello stoccaggio.

Questa occupazione inutile di spazio (più o meno simile in tutte le fasce di prodotti) è dettata anche dal fattore "impatto visivo": una scatola più grande offre un'area di stampa più grande per la box-art ma, soprattutto, appaga il cliente (dal punto di vista delle dimensioni) nel momento in cui tira fuori dal portafogli 300 ed oltre euro per un set.

Io credo che TLG possa fare ancora molto dal punto di vista ecologico.

...e se non vuole/può farlo, che almeno torni a fare quelle scatole BELLE che faceva negli anni '80/'90, con inner tray, coperchio e pezzi particolari a vista:

LEGO-Futuron-Monorail-Transport-System-6990-LEGOLAND-Space.jpg

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Quando le hanno rimpicciolite qualche anno fa, qualcuno si era lamentato proprio per quel motivo. Sembrava di "comprare meno". Ovviamente è una stupidata, ma bisogna considerare anche l'aspetto psicologico.

Per me più piccole sono, meglio è... non solo ecologicamente parlando, ma anche perché risparmio spazio.

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Come diciamo da sempre è sicuramente un problema psicologico, però dovremo tutti quanti ripensare concettualmente a dove stiamo andando. Una diminuzione del 25% dello spazio di tutte le scatole LEGO potrebbe essere superato psicologicamente se la gente pensasse in termini reali cosa significherebbe a livello globale!

Intanto si risparmierebbe più carta e altri materiali = meno spreco.
Vorrebbe dire che invece di spostarsi 4 tir in giro per l'Europa, ne girerebbero 3... meno costi di benzina, meno traffico, meno inquinamento... I negozi avrebbero più spazio per allocare i propri magazzini. La gente avrebbe più spazio in casa...
Le conseguenze di questa modifica sarebbero solamente in positivo!
E se andiamo leggermente OFF-Topic questa cosa si potrebbe estendere a moltissime altre tipologie merceologiche!

Dovremmo solo pensare un po' di più al bene del nostro pianeta, e con questo volevo dirvi che non sono un parente di Greta Thunberg.

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Il problema è che il LEGO è un gioco di qualità, ma non di qualità sufficiente a giustificare i prezzi che TLG applica per sfruttare al massimo questa sua età dell'oro.

Quindi ingigantire la scatola è un atto quantomeno dovuto per poter giustificare prezzi ridicoli.

Adesso hanno anche ingrandito le buste di alcune serie collezionabili (e fanno bene visto che da 1,99 le vendono a 3,99 se non oltre) con rincari di oltre il 200% in pochi anni (come i vostri stipendi che sono minimo triplicati nel frattempo...)

La cosa fastidiosa è che poi queste scatole sono spesso di cattiva qualità e non utili a conservare i set.

Proprio in questi giorni rimettevo a posto scatole del 1973 che sono un amore per resistenza, perfezione per conservare il set semi smontato... 

Però oggi per LEGO prima conta il business.

E quindi giusto così, finché la gente accorrerà in massa a comprare a prezzi folli cose comuni. 

All'ultimo evento che ho frequentato c'era un gruppo di afols che commentava un paio di jeans "Ma ti rendi conto che spendono più di 200 euro per quel jeans... che un jeans il costo di produzione sarà 10 euro neanche..."

Già ti rendi conto... mica come l'abs che stampare un pezzo costa un miliardo e LEGO li vende sottocosto a noi per pochi spiccioli... 

 

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A me questa storia che LEGO costa tanto comincia a stufare un po’. Di sicuro LEGO non è un gioco economico ma non è nemmeno un bene di prima necessità, se ti va di comprarlo i prezzi sono quelli, altrimenti ci si può buttare su altri hobby che costano meno o che ci sembrano più ragionevoli in rapporto prezzo/nostre tasche.

Come ripeto sempre LEGO è un’azienda privata che può legittimamente fare i prezzi che vuole e finché vende hanno ragione loro. Anche a me piacerebbe (come a tutti noi) che i pezzi e i set costassero meno per poterne comprare di più, purtroppo non è così ma non sto a lamentarmi ogni 5 minuti di questo.

Apprezzo e rispetto @AirMauro come AFOL e soprattutto come socio fondatore di ITLug ma onestamente, e parlo personalmente, scrivere in ogni post che LEGO è costosa comincia a diventare noioso. 

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@Toretto1981 comprendo la tua critica. E mi rendo conto di non aver mai spiegato i motivi per cui pedantemente continuo a voler un LEGO a prezzi più accessibili. Perdona quindi il post di stampo Giancaniano @GianCann che stai per leggere, ma vorrei che fosse ben chiaro qual è il mio pensiero in materia e le mie motivazioni.

Ho una collezione immensa. Il mio limite è lo spazio. Fortunatamente posso permettermi di comprare la maggior parte dei set LEGO che esistono anche agli attuali prezzi. Potrei prendermi tutti i set omaggio anche con 85 euro di spesa. Ma non lo faccio. 

Una delle cose che ho fatto per ITLUG è stata quella di creare la prima convenzione con Trezzi Marino, per dare la possibilità a tutti, in tempi remoti di accedere al LEGO con più facilità di spesa.

Se io accettassi di comprare il LEGO ai prezzi attuali solo perché me lo posso permettere, significherebbe avvallare la politica speculativa dell'ufficio marketing LEGO che trovo profondamente sbagliata per due diversi motivi.

Il primo sono i bambini e genitori, se io continuo a comprare nonostante il continuo rialzo dei prezzi (vedi minifigures), avvallo la politica di crescita del margine di profitto speculativo di LEGO, facendo così rendo più caro il prodotto a genitori/bambini che con più fatica economica potranno accedervi. E lo sappiamo cosa vuol dire in tempi di crisi.

Allo stesso modo renderei più caro il prodotto ad appassionati con minori risorse.

Io lo chiamo effetto SKY, la champions LEAGUE prima era per tutti, oggi è "mi aggiudico i diritti pagando uno sproposito", che farò pagare a un pubblico più ricco a cui darò qualche servizio in più. Per gli altri non sarà più possibile la visione.

Se il LEGO cresce ancora di prezzo, sempre più larghe fette di popolazione lo troverà un prodotto inaccessibile.

Io mi sento responsabile per le azioni che compio. Sono una di quelle persone che crede che la politica la fa ognuno di noi nel suo piccolo (come spesso mi dice @Laz), sono convinto quindi che se non ci fosse la corsa furiosa all'omaggio a 55 euro di spesa, non salirebbe a 85, per poi magari arrivare a 100, a maggior ragione quando si sta comprando a prezzo pieno (e gonfiato) i set necessari ad arrivare alla soglia. Idem come le minifigs collezionabili posso comprarmene scatola intere anche a 4,99 cad., ma se lo faccio, e lo fanno tanti altri, avvallerò la politica di pricing di LEGO rendendo più caro il prodotto a genitori e bambini.

Oggi molti che non hanno vissuto il periodo in cui LEGO, si, costava, ma non così tanto, non si rendono conto che stanno pagando di più, e sempre di più per un bene il cui prezzo viene aumentato in funzione di logiche speculative.

Dal lato LEGO io non vedo una negatività nel cercare di aumentare la marginalità dei propri guadagni a discapito dei propri clienti (anche se visto il loro target principale...un pò mi da fastidio), ad ogni modo io che mi trovo lavorativamente parlando in una situazione simile, da cui il modo in cui faccio il pricing dipende la possibilità di far lavorare altra gente, fin qui li seguo. 

Ma poi quando a fronte di aumento di marginalità aumentata, questi mi licenziano 1400 persone.... io magari sono li tutti i giorni a farmi il c... per salvare posti di lavoro, e questi delocalizzano ecc.  E questa cosa mi fa IMBESTIALIRE. Non ci posso fare nulla.

Aumenti i margini e assumi in Europa, aumenti la tua forza globale ok.... ma non LICENZI. Quindi mi va a decadere anche il fine positivo per l'azienda che potrei condividere lato LEGO.

C'è poi una seconda motivazione, che invece riguarda la protezione del mio marchio preferito.

Prendiamo quello che è successo nel merito del business della musica. 

Le case discografiche negli anni 80 erano le aziende più floride del mondo.

Il loro business si basava si era basato sulla vendita dei 45 giri. Il meccanismo era semplice la gente comprava in massa il 45 giri della canzone che gli piaceva, e solo quella di solito, e vi accedeva ad un prezzo modico. Ne compravano milioni e milioni.

Artisti che riuscivano a fare più pezzi di valore raccoglievano il tutto in album che avevano un prezzo superiore, ma con contenuti artistici di livello. Se prendi album degli anni 60/70 normalmente tutte le tracce sono di livello, proprio per questo motivo.

Con l'arrivo massiccio di laureati in economia, nell'industria discografica, si comincia a studiare la massimizzazione del profitto, si sa che ci sono i collezionisti, si sa che il prodotto disco è considerato di valore.

Sull'album si fa più fatturato, quindi ecco che si comincia a spingere il prezzo dei 45 giri o singoli più in alto al fine di suggerire l'idea nel consumatore: "perché comprare una canzone per un terzo del valore dell'album? Se il 45 costa 4.000 lire meglio prendere più canzoni a 13.000 lire".

Gli album non partendo più da un insieme di prodotti validi già fatti, cominciano ad essere fatti prendendo l'unico pezzo buono dell'artista e aggiungendo una decina di pezzi fatti ad cazzum tanto per riempire.

Si arriva al punto di eliminare di fatto con il piricing l'acquisto di 45 giri a favore dell'album. Con i consumatori che cominciano a lamentarsi perché ora per ascoltare il pezzo che gli interessa sono costretti a spendere 17.000 lire (perché nel frattempo si alza pure il prezzo dell'album).

Le case discografica nel frattempo fatturano margini da paura, i cantanti diventano miliardari.

Si passa al cd, (che ha costi di produzione inferiore) e si alza ulteriormente il prezzo, eliminando pressoché definitivamente il singolo.

Nel frattempo si procede per il mercato collezionistico a far uscire una marea di edizioni speciali, limited edition, confezioni anniversario ecc. per sfruttare ulteriormente la capacità di spesa dell'appassionato. (Vi ricorda qualcosa?)

Il risultato finale lo conosciamo tutti, a un certo punto sempre più gente, ha iniziato a farsi le cassette, i cd ecc. con i propri mezzi e cono solo i pezzi che gli piacevano, scambiandosi i dischi, copiandoli l'uno con l'altro per arginare il fatto che un prodotto di massa era diventato di nicchia dal punto di vista dei prezzi.

Tante persone con questo comportamento hanno portato con la diffusione di internet, la gente ha iniziato a scambiarsi i file.. legale o meno che sia è successo con le conseguenze che conosciamo tutti oggi.

Le case discografiche non esistono quasi più, i negozi di dischi non ci sono più, ecc. ecc.

Il mercato è stato distrutto dall'avidità. Avessero mantenuto il prodotto al prezzo che aveva originariamente, 1500 lire per un singolo. Oggi tutti starebbero ancora collezionando 45 giri.

Per la cronaca oggi un singolo nei digital store costa tra 0,99 euro e 1,99. Con promozioni a 0,69. Si è tornati al prezzo di 40 anni fa.

Ma con un'industria distrutta.

LEGO può correre un pericolo simile?.

Per me si. Alzando troppo i prezzi ha posizionato i set a livello del mercato secondario collezionistico. Sta inflazionando il mercato collezionisti di mille polybags, edizioni speciali, ristampe modificate e quant'altro.

Inoltre il costo eccessivo sta creando una flessione della bolla speculativa del mercato collezionisti secondario. E' facile per un collezionista, ma anche per una persona comune, spendere 200 euro per un set se poi vede che se lo rivende ne vale pressoché la stessa cifra se non di più, ma se una volta comprato il valore dovesse precipitare a 80, una marea di acquisti sparirebbero immediatamente (e questo non lo dico io, è quello che succedeva soltanto 15 anni fa prima della bolla. Nessuno accumulava set della produzione corrente con l'idea che valessero)

Daltrocanto i makers con la stampa 3D fanno progressi da gigante, conosco già diverse persone che si fanno pezzi custom, o riproduzioni di pezzi che costano troppo da reperire. Il costo elevato del LEGO favorisce questa istanza, e per questioni di economia di scala, di questo passo da un momento all'altro potrebbero lanciare macchine con cui stampare pezzi a qualità LEGO a costi miserrimi.

A quel punto LEGO, farebbe la fine delle case discografiche.

E in questo senso, a mio parere, dovrebbe al più presto invertire la rotta in materia di pricing. Perché se mantiene una linea corretta, non crea nessuna istanza a superare quel problema. Se continua così invece, crea un mercato potenziale per una marea di imprenditori.

E in economia si dice "Piatto ricco, mi ci ficco!". Così come hanno lasciato spazio a SBRICK lo stanno lasciando a tanti altri... al genitore che non può permettersi la tal scatola, al collezionista esausto, che vuole il tal minifigs....

So che ci saranno mille obiezioni a quanto detto, che si parlerà di fedeltà al brand, ma a Milano c'era un negozio di dischi ogni 200 metri, le fiere dei dischi erano strapiene, veri eventi con tutti a cercare di accaparrarsi la 928 del caso.... 

Oggi i negozi di dischi esistenti si contano sulle dita di una mano su una popolazione di 1,5 milioni di abitanti, e i collezionisti sono una minuscola nicchia.

Se volete allego anche un parere di chi ci lavora in quel campo, al minuto 54 di questa intervista c'è un piccolo passaggio in materia:

Medita LEGO, medita LEGO.

 

Quindi Toretto è perché in fondo ho a cuore LEGO, e il suo fandom in generale, che cerco di sensibilizzare sull'argomento, prima che come non avrebbero mai immaginato le floridissime case discografiche tutto cambi.... 

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@AirMauro capisco il tuo punto di vista e in parte posso anche condividere la preoccupazione per un eventuale (speriamo di no) fallimento di LEGO. L’esempio che hai fatto con le case discografiche ci sta fino ad un certo punto, nel senso che forse non hanno capito in tempo che i tempi (scusate il gioco di parole) stavano cambiando così come non lo capì a suo tempo un’azienda come Nokia, che fino al 2008 era leader nel settore telefonia ma che in pochissimi anni si è trovata sull’orlo del fallimento per non aver saputo innovare e stare al passo. A me sembra che LEGO cerchi (magari non con la velocità con cui potrebbe farlo, vedi Powered up) di innovare, sottoscrivendo nuove licenze, creando contenuti digitali (giochi per console, applicazioni...). Questo porta sicuramente ulteriori spese e studi che magari non conosciamo fino in fondo.

Come dicevo anche nell'altro post anche a me piacerebbe che LEGO costasse meno, ma così purtroppo non è.

Certo poi dispiace sapere che 1400 persone hanno perso il loro posto di lavoro, magari solamente perché l’azienda ha deciso di delocalizzare, ma ci sono una miriade di aziende che vanno a produrre in Cina (Apple, aziende di moda...) che licenziano i dipendenti nel loro paese di origine ma che continuano a tenere i prezzi dei loro prodotti altissimi pur avendo abbassato sensibilmente i costi di produzione.

Purtroppo che ci piaccia o no questo è il mercato globale dove conta solo il profitto finale (la rima non è voluta 🤣).

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Hai ragione, ci sono molte aziende peggiori.

Non ho dubbi in merito, però è ovvio che siccome a me piace LEGO, tendo a guardare come si comporta LEGO, anche in funzione della mia passione.

E' nel mio interesse che LEGO ci sia anche domani e dopodomani ecc.

E' molto difficile condurre un'azienda in tempi veloci e dinamici come questi, come sottolinei con l'esempio di NOKIA.

Io credo che LEGO, per tanti aspetti sia stata molto brava negli ultimi 20 anni sotto tanti aspetti. 

Al tempo stesso penso che stia commettendo alcuni errori strategici:

  • inseguire i prezzi del mercato secondario
  • mettersi in competizione con bricklink
  • inflazionare la produzione e la distribuzione (oggi il LEGO è in vendita ovunque)

Siccome tanti che hanno imboccato strade simili hanno poi pagato dazio, ritengo legittima la mia preoccupazione. (quando ho visto i primi Jackstone ho pensato "questi finiranno con i libri in tribunale".... ci sono andato vicino allora, spero naturalmente di sbagliarmi oggi.)

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Le scatole LEGO vecchie erano le più belle, come diceva giancann, si apriva il coperchio e vedevi i mattoncini, è vero i più belli, però avevi un’idea di quello che pagavi. Poi erano più piccole e più resistenti, il bordo della scatola era in polistirolo quindi potevi metterle una sopra l’altra piene e non si rovinavano, belle vecchie scatole 😥😥😥

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