[Abbiamo inviato al nostro Riccardo Zangelmi qualche domanda da trasformare in intervista da pubblicare… ecco come ci ha risposto!]
Ciao a tutti,
innanzi tutto voglio iniziare ringraziando tutti voi per l’interesse che avete sempre dimostrato verso le mie creazioni e per questa intervista.
Più o meno 4 anni fa, ho ripreso a comprare LEGO, e a creare MOC mie.
Il mio approccio iniziale è stato molto basico, ho ripreso facendo lavori molto semplici, sia per la mancanza di pezzi, sia perché le abilità costruttive dopo molti anni di inattività erano molto arrugginite.
Ricordo molti esperimenti falliti e l’uso costante delle Minifigurine per ricreare ambientazioni, cosa che ora, non uso più nelle mie MOC.
Nel tempo ho iniziato a creare personaggi strani e maldestri, mi piaceva costruirli e tuttora mi piace, perché mi hanno sempre fatto sorridere, mi divertono e anche a chi le osservava suscitavano un sorriso.
Un sorriso è molto importante al giorno d’oggi, ma io non sono una persona che sorride sempre, così ho cercato di instillare altre emozioni che facevano parte di me nelle mie MOC, un dolore, una visione, un valore, l’ammirazione verso animali, persone o verso la natura.
Così, nell’ultimo anno, il mio approccio e la mia visione verso i LEGO sono cambiati.
Nelle ultime 2 estati, ho passato molto tempo in quel fantastico posto che è l’Appennino Tosco Emiliano, lo stare nella natura mi ha portato a pensare di ricreare alcuni abitanti della nostra perfetta Madre Terra, così è nato nella mia mente il progetto ”The Wild”.
La prima creazione della serie è stata quella del simbolo del WWF, a seguire il Lupo, il Cigno e per ultime le Orche.
In queste creazioni ho sperimentato una tecnica nuova a me sconosciuta e mai provata prima, la tecnica è quella degli stud a vista, che prima repellevo solo a vederla, ma che ora ho imparato ad amare e a capire le potenzialità e la bellezza.
Questa tecnica richiede l’uso di tecniche SNOT molto interessanti e un po’ più elaborate del solito, ma le potenzialità che concede sono grandi.
Brick modified e plate modified sono pezzi inevitabili e cari a chi si appresta a percorrere questo entusiasmante sentiero.
La serie “The Wild” è composta di creazioni medio piccole, si parte dai 20 cm delle Orche, ai 40cm per il Cigno.
Vorrei col tempo arrivare a fare una serie di animali più grande e più ampia per poter fare una mostra a tema, adesso in cantiere c’è un nuovo animale di dimensioni di 80 cm che a breve finirò… La Gru della Manciuria, o più comunemente Gru del Giappone.
Vedremo i risultati…
Cambiando completamente genere, ultimamente ho ricreato una MOC raffigurante “I Guardiani della Galassia”.
Ad ispirarmi e stato il video su YouTube, del LEGO Certified Professional Inglese Duncan Titmarsh, nel quale ha ricreato in scala 1:1 Groot e Rocket…
Dateci un’occhiata, è un opera incredibile.
Così mi sono detto: ”di sicuro non riesco a farla grande e bella così, ma piccola e carina ci posso provare!”.
L’idea c’era, i pezzi pure, e in 2 giorni è stata finita, sempre utilizzando la tecnica degli stud a vista.
L’idea e il sentire la creazione sono a parere mio un motore potente, senza uno o l’altro ingrediente, io non riesco a creare anche di fronte a migliaia di pezzi LEGO.
Per concludere vorrei lasciarvi con una cosa che mi ha riempito il cuore di felicità, quando all’inizio di questa estate un Mercoledì pomeriggio, mi è arrivata una mail.
Il mittente era un certo Mike Doyle dall’America.
Nella mail mi chiedeva di poter pubblicare sul suo nuovo libro Beautiful LEGO 2 Dark, tre mie creazioni.
Subito ho pensato: “Ma chi è questo Mike Doyle, sarà uno scherzo.”
Poi sono andato a cercare il suo nome su internet, e ho capito chi era e cosa faceva.
Lì per lì fra poco ci rimango secco dall’emozione….
Mike nella email mi richiedeva foto professionali e spedite in quattro giorni perché ormai il libro era quasi partito per la pubblicazione.
Preso dal panico ho chiamato subito il grande amico e collaboratore Stefano Masetti detto Helos, che si è catapultato a casa mia con la sua attrezzatura fotografica professionale facendo le foto che sarebbero poi state pubblicate nel libro.
Alla Domenica le foto erano in partenza per l’America, portando con loro il sogno e la gratitudine di un ragazzo italiano che non ha mai smesso di sognare e di credere in questo fantastico gioco chiamato LEGO.
Grazie a tutti voi
Riccardo Zangelmi